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2008-11-26 Esigo la Preghiera

Un accorato messaggio di Gesù, in cui traspare l'inno alla Preghiera, quella del cuore, il Santo Rosario a Maria Santissima, la Madre Corredentrice.

Sono in sagrestia, in attesa della celebrazione della Santa Eucaristia. Inizio a pregare il Santo Rosario assieme ad alcune sorelle, ad un certo punto la Voce, forte, bellissima, chiara, mi dice:

«È proprio vero? Io sono il Sapiente, anche quando vi do delle prove molto dure da portare nel vostro cuore?

Umiltà, umiltà, umiltà dove sei, dove sei andata, non c'è più in questo mondo e la speranza non è più nei vostri cuori. Tutti vi credete, dal più piccolo al più grande, dei superuomini. Io Gesù vi ho insegnato l'umiltà, la povertà e l'abbassamento. Il vostro prossimo dove lo mettete? Io il Signore piango sul mondo lacrime di Sangue. Il Padre mio, Dio l'Amatissimo, l'Altissimo, vede tutto questo, ma per quanto ancora le mie pupille verseranno Sangue.

Figli miei, cari al mio Sacro Cuore, esigo la Preghiera1, nel mondo non c'è la speranza, perché nell'uomo, nell'essere che Io ho creato per Amore, non c'è più la Preghiera.

Figli miei, tanto cari alla Vergine Maria, Madre vostra e Madre mia, pregate il Santo Rosario, riunitevi in questa cappellina nel Nome di Maria e del Santissimo Nome di Gesù.

Andate nella Pace, tutti qui riuniti nel Signore. La Santissima Trinità. L'Amen».


Nota 1

Nel capitolo 4 della prima lettera di Pietro, il suo nome vero è Simone, pescatore di Betsaida, che viveva a Capernaum con sua moglie, cita al versetto 7: "La fine di tutte le cose è vicina".

Considerando che sono passati circa duemila anni da allora, qualcuno potrebbe pensare che la previsione fatta da Pietro non si sia avverata. In realtà quell'affermazione era vera per i lettori del primo secolo e rimane vera anche per noi oggi. Infatti, il senso di quell'affermazione la possiamo trovare solo se guardiamo le cose dal punto di vista di Dio. Se confrontiamo il tempo della nostra vita con l'eternità, ci rendiamo conto di quanto la nostra vita sia breve e, per quanto grandi possano essere le sofferenze che sopportiamo, se le paragoniamo con la gioia che avremo per l’eternità, le nostre sofferenze del tempo presente passano in secondo piano. Pietro parla proprio di questo in (1 Pietro 1:6-9) e lo fa ancora in (1 Pietro 5:10). Lo scopo di Pietro con quell’affermazione era di incoraggiare i suoi lettori. Infatti era una buona notizia, per i cristiani perseguitati, sapere che tutta quella sofferenza sarebbe finita per lasciare spazio all'eternità. Era un modo per dire: "Dai, tenete duro ancora un po' che siete vicini alla meta". Quando si osserva la vita dal punto di vista dell’eternità, la percezione di cosa sia più importante nella nostra vita cambia completamente. I credenti di allora si dovevano mostrare moderati, sobri, lucidi e in grado di controllare se stessi per comprendere bene quali fossero gli aspetti più importanti a cui dedicarsi. Pietro si aspettava quindi che i suoi lettori spendessero il loro tempo per pregare, per mostrare amore gli uni verso gli altri, perdonandosi a vicenda.

Il riferimento a (Proverbi 10:12) "L'odio provoca liti, ma l'amore copre ogni colpa", serviva proprio a mettere in luce la necessità di volersi bene davvero ed essere pronti a perdonarsi.

Se le persone considerassero davvero che la fine è vicina, passerebbero il loro tempo a litigare o sarebbero pronti a perdonare le mancanze altrui?


1 Pietro 4:7

«La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera».

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